Storytelling fotografico: quando le foto di matrimonio raccontano una storia
Forse ti sarà capitato, sfogliando un album fotografico di matrimonio, di domandarti perché siano state scelte proprio certe foto, quale sia stato il criterio di selezione del fotografo.
Spoiler. Quasi mai la risposta è: perché erano le foto più belle!
Mi spiego meglio, e per farlo voglio introdurre un concetto di cui si sente parlare spesso, quello di “storytelling fotografico”. Ma che cosa si intende esattamente con quest’espressione? E come si traduce in concreto lo storytelling in un servizio fotografico di matrimonio e nell’album di nozze?
Fare storytelling fotografico vuol dire raccontare qualcosa per immagini, con la fotografia, ed è il principio su cui si basa il reportage fotografico. Nel mio caso, lavoro in ottica di storytelling principalmente per i servizi fotografici di nozze, creando dei veri e proprio foto reportage di matrimonio.
Questo perché l’evento del matrimonio ben si presta ad essere raccontato in tutte le sue varie fasi, dal mattino alla sera, tra momenti, luoghi e persone diversi. Il risultato è un album fotografico di matrimonio che racconta una storia, non una semplice serie di scatti ma un vero e proprio “film” in fotografia.
La base dello storytelling fotografico: la continuità temporale
Alla base di un buon storytelling fotografico ci deve essere la continuità temporale: ogni momento delle nozze deve essere coperto dal punto di vista fotografico. Io e il collega che mi aiuta durante i servizi fotografici di matrimonio ci occupiamo di documentare tutti i momenti salienti sia per la sposa che per lo sposo. Fotograferemo quindi i preparativi a casa degli sposi, gli abiti prima di essere indossati, l’uscita da casa, l’ingresso in chiesa… e così via. È un po’ come il girato integrale di un film che poi verrà tagliato e montato: molte cose non andranno nel prodotto finale, ma affinchè questo sia eccellente è importante avere tutto documentato.
In particolare, ciò che privilegiamo sono i momenti reali, con un approccio che si avvicina molto alla street photography. Nei miei servizi fotografici di matrimonio non costruisco mai situazioni – eccetto che per le foto di coppia e quelle di gruppo –, ma immortalo l’evento per come davvero si svolge. Se in un certo matrimonio non avviene il lancio della giarrettiera, ad esempio, non vado a chiedere di creare la situazione solo per poterla fotografare.
La selezione e l’editing delle foto per creare un reportage fotografico di matrimonio
Il risultato di una giornata di scatti è di migliaia e migliaia di fotografie, dalle quale andrò a fare una prima scrematura selezionando le foto ben riuscite dal punto di vista tecnico ma anche utili ai fini del racconto che voglio sviluppare. Per questo a volte capita di privilegiare anche una fotografia tecnicamente non perfetta ma che ha un qualche cosa di particolare: uno sguardo, un abbraccio, un momento utile ai fini del racconto.
Scremare è la parola d’ordine: si tiene solo un 10 – 20% di tutte le foto scattate, e la selezione viene fatta dal fotografo allo scopo di poter comporre le narrazione. Questo, tra l’altro, libera ore e ore di impegno ai neo sposi: l’occhio allenato del fotografo riuscirà a cogliere al volo le foto da tenere, mentre chi non ha dimestichezza potrebbe impiegarci giorni!
Arriva poi la delicata fase della post produzione delle fotografie selezionate. Si regolano tutti i parametri di contrasto, colore, luminosità. Per realizzare un vero e proprio foto reportage di matrimonio la post produzione deve essere soft, naturale e realistica. Personalmente, non amo stravolgere ciò che i miei occhi hanno recepito durante gli scatti. Per lo stesso motivo utilizzo raramente il bianco e nero per le foto di matrimonio. Un buon storytelling fotografico si basa sul realismo e sulla naturalezza.
Impaginare l’album di matrimonio in ottica di storytelling fotografico
Infine, è il momento dell’impaginazione dell’album fotografico di matrimonio.
Con le foto che hanno superato la selezione e sono state postprodotte inizio a “giocare” per andare a impaginare e comporre l’album, ovvero creare la “storia” accostando le fotografie. Ci deve essere una coerenza pagina dopo pagina. Due pagine affiancate o più foto su una stessa pagina devono avere attinenza, punti di contatto, magari una stessa atmosfera, un elemento comune o dei colori simili. Per fare un esempio, in una stessa pagina potremo avere il vestito della sposa appeso, un dettaglio dell’abito e poi la sposa vestita a figura intera. Tutto deve essere collegato in una logica di montaggio, come un film con tante scene fatte di piccoli spezzoni di tre o quattro inquadrature. Nessun elemento deve essere lasciato al caso.
Alla fine, quindi, il risultato non è un album fotografico di nozze con “il meglio di”, ma un foto reportage di matrimonio con “il meglio per”: la selezione delle immagini è stata fatta per raccontare al meglio il matrimonio, avendo cura di inserire nell’album tutti quegli aspetti che servono al racconto, quindi non solo le foto degli sposi ma anche dettagli, luoghi, momenti emozionali e goliardici.
È questo il fil rouge che crea un album fotografico di matrimonio davvero bello e vivo, emozionante, e non solo una sfilza di foto patinate. Poi, certo, ci sono anche le fotografie di coppia – quelle cinque o sei foto esteticamente perfette, con composizione e luce ottimali – ma si tratta di qualcosa in più, di una ciliegina sulla torta, e non del cuore dello storytelling fotografico e di un bel foto reportage di matrimonio.
Avete fissato la data delle nozze e volete realizzare il vostro reportage fotografico di matrimonio?